Qui, nella carbonara, il maiale non ci va

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Carbonara senza maiale

No, non è uno scherzo, ma l’inevitabile regola in alcuni paesi che professano religioni in cui tale ”ingrediente” è proibito. Come in Azerbeijan, dove comunque sembra che la carbonara vada forte lo stesso…

Nella puntata del 27 aprile scorso, il tema del giorno iniziale della trasmissione Porta a porta condotta da Bruno Vespa, “Bocciato il def per assenze della maggioranza”, è legato a quanto accaduto in seno al governo (ovvero, secondo i convincimenti dei diversi partiti – un semplice incidente di percorso, uno scivolone, o una figuraccia di incompetenti).

Nel corso della serata, c’è poi un servizio sull’Azerbaijan, nazione che – nell’ottica di import export – è diventato un fornitore importante per l’Italia: si parte con micro interviste sul campo per sentire cosa pensano gli azeri del nostro paese, quindi si passa ad evidenziare alcuni dati (si parla di 8,9 milioni di tonnellate di petrolio e 6,6 miliardi di dollari, che rendono l’Italia il principale importatore del settore, e di 10,3 miliardi di metri cubi di gas, il 15% delle nostre forniture totali), e poi si passa ad intervistare l’executive chef Renato Rizzi nel ristorante ove opera (che ci risulta essere l’Hotel Baku della catena Four Season, anche se il servizio non lo indica).

“Lei ovviamente porta nel mondo la cucina italiana. Che cosa le chiedono di più?”
“La pasta, sicuramente. Beh, siamo famosi per questo: paste fatte in casa, pasta all’uovo e paste secche. Beh, loro chiedono molto, sicuramente, la carbonara. Senza il maiale!”

A seguire, si riparla di economia, segnalando che qui lavorano oltre 100 aziende italiane con contratti per un valore superiore ai 10 miliardi di euro, e si chiude con un’intervista a Gianni De Biasi, allenatore della nazionale di calcio dell’Azerbeijan.