Noi vediamo e sentiamo la carbonara ovunque, si sa, ma, davvero, il nostro piatto preferito appare fra le “ultime (o penultime, a dire il vero) parole famose” pronunciate – anzi, appena sussurrate – alla fine del film Non è un paese per giovani… Ascoltare per credere!
Classificabile come commedia, pur non priva di spunti di riflessione su vari temi, Non è un paese per giovani è un’opera diretta da Giovanni Veronesi, uscita al cinema nel 2017.
La trama è semplice: due giovani (Sandro, interpretato da Filippo Scicchitano, e Luciano, Giovanni Anzaldo), alle prime esperienze come camerieri in un ristorante romano, diventano presto amici. Come tutti i loro coetanei, hanno qualche sogno nel cassetto, uno di diventare scrittore, l’altro di aprire un locale “moderno” a Cuba (cioè con wi-fi e dintorni, con i problemi tecnici che tale destinazione può comportare). Alla fine i due decidono di partire, e il film racconta quanto accade loro nell’isola, fra difficoltà di ambientamento e nuove amicizie, come quella con un attempato, simpatico personaggio proveniente dalla Sicilia (Salvatore, interpretato da Nino Frassica) e quella con una ragazza italiana un po’ pazzariella (Nora, Sara Serraiocco).
Non stiamo qui a raccontare come si svolge la storia; diciamo solo che ad un certo punto, verso la fine, mentre non si hanno più notizie di Luciano, si vede Nora operare come cameriera nel locale affacciato sulla spiaggia, finalmente aperto, mentre Cesare (Sergio Rubini, che interpreta il padre di uno dei due ragazzi, che alla fine ha lasciato il suo lavoro per aiutare il figlio) le dà qualche consiglio su come portare piatti dalla cucina ai tavoli.
“Solo una questione di equilibrio. Capito, ne puoi portare 3, 4 su braccio e avambraccio…”
“Io mi sa che dopo l’incidente ho perso anche l’equilibrio”
“No, ma vedi che recuperi, basta che non ci metti il dito dentro. Hai capito? Dentro al piatto per l’igiene”
Mentre poi si vede apparire un bel piatto di spaghetti al pomodoro o qualcosa del genere, abbiamo percepito un bisbiglio o poco più sul fondo, appena comprensibile, che ci sembrava in tema con la nostra amata carbonara. Abbiamo riascoltato tutto, ed in effetti ecco il dialogo, poco più che un sussurro, che si sono scambiati due persone…
“Che stai a fa’ oh?”
“Carbonara”
“Perché tu sai fa’ a carbonara?”
“Come? ’A faccio a fine du mund’”
Di che si tratta? A dar retta alla storia, di uno dei due amici in questo momento si sono perse le tracce, ma le voci percepite sembrano (sembrano, perché come accennato in questo punto l’audio è poco intellegibile) proprio quelle dei due expat… o di padre e figlio? O magari si tratta di un fuori onda catturato casualmente, relativo alla creazione di una carbonara sul set? Oppure?